Preparare un terreno ad accogliere le colture è un lavoro che richiede accortezze e passaggi ben precisi. È la natura che ha l’ultima parola, sempre, e si dovrà quindi confrontarsi periodicamente con le condizioni del suolo, con la tipologia delle colture piantate e con il meteo. Negli scorsi articoli si è parlato di varie tecniche che possono essere utili per lavorare il terreno, quali la trinciatura, l’aratura e la fresatura; in questo articolo si proverà a riordinare queste tecniche in passaggi ordinati e a dare qualche regola generale, in modo tale da facilitare il buon successo della lavorazione.
Alcune regole
La prima regola da ricordare sempre è che il suolo non si lavora mai con il gelo, perché la terra è dura, faticosa da rigirare e soprattutto facendolo tutti i microrganismi che vivono sottoterra verrebbero esposti a basse temperature. Altra regola da ricordare è che il suolo non si lavora mai se bagnato; una regola che diventa ancora più categorica se si è in presenza di un terreno argilloso, perché la lavorazione in queste condizioni va a impastare il suolo, andando a creare all’asciugatura del terreno una crosta che non permette la semina. Il clima incide parecchio sul calendario del contadino: per esempio un inverno piovoso richiede di posticipare i lavori, perché porta il sottosuolo a marcire e non lo protegge dalle gelate, a differenza di un inverno nevoso, che agevola le azioni nel suolo.
Le principali fasi
Arrivato il momento propizio per l’inizio della preparazione del suolo si può procedere con le prime preparazioni; i passaggi ordinati sono: trinciatura, aratura, fresatura, livellamento, semina. Naturalmente questi passaggi sono da adattare alle differenti condizioni del suolo; in caso si abbia un terreno già pulito, dove erano presenti piante di pomodoro già tolte manualmente, la trinciatura è inutile, mentre è utile nel caso di mais, frumento o insalate. L’aratura è un passaggio fondamentale, mentre la fresatura del terreno è l’affinamento e la polverizzazione del suolo che però deve essere prima ridotto a zolle. In sostituzione all’aratura il terreno può essere vangato. In caso di aratura sono consigliati dei pesi da zavorrare al motocoltivatore, perché così si andrà a migliorare le performance del mezzo e la qualità di lavorazione. Una volta ridotto il terreno in zolle è possibile compiere la prima concimazione; nel caso si sia nei primi due mesi dell’anno si può usare del concime fresco, da marzo in poi solo concime maturo. La fresatura assicurerà una corretta miscelazione e frantumazione del suolo. I passaggi successivi dipendono esclusivamente dall’uso e dal tipo di coltura che si vuole coltivare. In caso di preparazione del suolo per orticole da trapianto si può utilizzare la tecnica della finta semina, lasciando il terreno fresato riposare 20 giorni per poi rilavorarlo prima del trapianto; in caso di sovescio si può procedere subito alla semina. La semina può essere manuale oppure automatizzata attaccando al motocoltivatore seminatrici apposite.
Giusto precisare che ogni ortaggio e coltivazione richiede lavorazioni dedicate e specifiche; di base però si possono sempre usare questi passaggi come linea guida per un’ottima lavorazione.