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Un orto resiliente alla pioggia: 5 consigli per una progettazione impeccabile

Negli orti la gestione dell’acqua e l’andamento meteorologico sono aspetti sicuramente tra i più importanti: l’acqua è indispensabile alla crescita degli ortaggi e all’immagazzinamento di riserve idriche nel terreno. Ci si augura sempre che piova con la giusta frequenza e la giusta intensità, ma purtroppo capitano anche lunghi periodi di piovosità eccessiva. Se in queste condizioni i vostri orti si allagano, diventano impraticabili e notate segni di marciumi radicali nei vostri ortaggi, i 5 consigli qui di seguito fanno per voi. Vediamo infatti come progettare un orto resiliente alla pioggia.

Il tipo di terreno

Bisogna innanzitutto precisare che i problemi di eccesso idrico si verificano soprattutto nei terreni prevalentemente argillosi, poiché l’argilla trattiene l’acqua in grande quantità. Questa caratteristica può rappresentare un vantaggio nei periodi siccitosi, ma ovviamente è una difficoltà da gestire nella stagione piovosa. Chi invece coltiva un terreno sabbioso o comunque sciolto non subisce di solito grandi problemi di ristagno idrico.

Di seguito 5 consigli per evitare problemi di eccessi idrici nei vostri orti.

1 - Lavorazione profonda

Una lavorazione profonda del terreno favorisce sicuramente lo sgrondo dell’acqua in eccesso dagli strati superficiali a quelli più profondi, con vantaggio per le radici delle piante e anche per gli equilibri idrici del territorio, perché l’acqua torna nelle falde sottostanti. Una buona preparazione del terreno può essere eseguita anche con attrezzi meccanici, nel caso di ampie superfici. Ad esempio, ci vengono aiuto i motocoltivatori di Bertolini ad uso privato (350, 400, 401 S) oppure anche quelli ad uso intensivo.

2 - Coltivazione su aiuole rialzate

La coltivazione su aiuole rialzate si rivela molto spesso una scelta azzeccata, perché permette di far scolare l’acqua di pioggia nei vialetti delimitatori. Le aiuole rialzate si possono creare facilmente col badile, seguendo delle linee diritte definite da cordicelle posizionate a distanze predefinite. Se si vuole evitare questa fatica, è possibile anche realizzare i vialetti con un motocoltivatore di quelli sopra menzionati, attaccandovi, tra i possibili accessori a catalogo, un organo assolcatore. Una volta formate le aiuole, basta mantenerle nel tempo coltivandoci e tenendole pulite dalle malerbe. Così facendo, di anno in anno sarà sufficiente dare giusto qualche ritocco per riportare sopra l’eventuale terra scesa nei vialetti. Nelle giornate di pioggia intensa noterete che l’acqua ricade nei vialetti, preservando gli ortaggi dai pericolosi ristagni idrici.

3 - Canali di scolo

Se i vostri orti possono essere collegati a fossi campestri già presenti, la scelta più pratica è quella di scavare dei canaletti di scolo che possono farvi confluire direttamente l’acqua in eccesso. Il sistema di canali e canaletti di scolo nelle campagne è sempre stato un aspetto di buona gestione del territorio. Anche in questo caso potreste servirvi del motocoltivatore con assolcatore per scavare il canaletto.

4 - Il “French drain”

Per french drain si intende un canale di scolo particolare, il cui termine non ha in realtà a che fare con la Francia, ma deriva dal nome del suo ideatore, Henry French Flagg. Si tratta di un canale di scolo volutamente in pendenza, rivestito sul fondo di materiale impermeabile, su cui posizionare un tubo poggiato sopra uno spesso strato di ghiaia e poi ricoperto di terra. Il luogo adatto allo scavo del canale può essere un lato esterno dell’orto. Per la pendenza è ottimale calcolare circa 2,5 cm ogni metro o poco più di lunghezza del canale. Significa che ogni 100-120 cm bisogna scavare più in profondità di 2,5 cm rispetto alla sezione precedente. Al termine del tubo, quindi nel punto di pendenza massima, dovremmo posizionare un recipiente che ha la funzione di raccogliere l’acqua drenata. Un lavoro forse un pochino impegnativo è quello di creare il foro nel recipiente, in modo che abbia la dimensione adatta all’inserimento del tubo. Questo dettaglio è fondamentale a far entrare tutta l’acqua nel recipiente. In alternativa è anche possibile creare una sorta di micro laghetto alla fine del tubo, scavando un invaso anche in questo caso interamente foderato sul fondo con lo stesso materiale impermeabile del canaletto. L’acqua che si accumula in tale invaso terminale potrà  servire in un secondo momento siccitoso per irrigare.

5 - Il ruolo della pacciamatura

La pacciamatura ha la funzione di impedire all’erba infestante di nascere e invadere le colture, però presenta anche un buon effetto secondario, cioè quello di mantenere soffice il terreno sottostante, e favorirne le capacità di drenaggio. Allo scopo è migliore una pacciamatura organica come paglia o fieno.

In collaborazione con Orto da Coltivare - Articolo di Sara Petrucci, agronoma

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